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Due giri di cotone prima di iniziare a lavorare.

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Forse non sempre le cose, a livello lavorativo, vanno per il verso giusto. Ci sono intoppi, disguidi, rimandi, ritardi.
E quindi ci stanno tutti, due giri di knitting prima di buttarmi nella giornata.
Due giri per ricordarmi che c'è altro nella vita, oltre a quegli intoppo, a quei disguidi, a quei rimandi e a quei ritardi.


Due giri per ricordarmi che lavoro con la testa ma anche con le mani.
Due giri per rilassarmi e volermi bene.
Solo cinque minuti del mio tempo.
Cinque preziosissimi minuti.

Happy knitting del giovedì :)
Ciami

P.s. Sto sferruzzando Nyanen Tee di Cecily Glowik MacDonald in cotone riciclatissimo :)


Qui trovate il link al pattern... :)




Quando la pioggia di giugno (vent'anni dopo).

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Non so se vi ricordate del mio amore della pioggia di giugno, della brillantina del nonno e di quella piccola casa in cui usavo passare le vacanze da piccola.

Sono passati vent'anni e sabato scorso ci sono ritornata (o meglio D. mi ha riportato, dato che era una cosa che da sola, probabilmente, non avrei fatto mai).
Ho camminato su tutti quei ciottoli (e anche su quelli che sono stati ripiastrellati) e in quelle vie di cui ricordavo tutte le case e tutti gli odori.
Ho rifatto tutti i piccoli sentieri, dalla collina al lago, dal lago all'imbardadero, dall'imbarcadero alla prima e alla seconda cascata.  Non è cambiato quasi nulla.

Non so spiegare come mi sono sentita, perché è stato un misto di felicità e nostalgia pressante.

Domenica mattina poi ci siamo alzati con la pioggia.
Quella pioggia di giugno che ricordo molto bene.
Siamo andati all'alimentari in piazza, ci siamo fatti fare un panino col prosciutto e siamo scesi in riva al lago a mangiarlo in silenzio io e D. (o meglio io chiacchieravo e D. probabilmente avrebbe voluto silenzio.. ).
E mi sono sentita come quando avevo dieci anni, una felpa enorme e niente di urgente da fare per i prossimi due mesi.
E mi sono sentita felice e serena. Come se nulla avrebbe potuto più farmi male.

E' stato un fine settimana bellissimo. Solo che è volato via.

Happy knitting.
Ciami

Design da LQA

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Certo, questo non è un blog di design (ultimamente direi nemmeno di maglia).
Ma io per quanto mi possa nascondere dietro un paio di ferri resto comunque e sempre un'architetto, nel bene e nel male. E in quanto tale la mattina navigo in rete, guardo riviste, sfoglio cataloghi, mi faccio venire idee.
Alcune volte mi imbatto in idee lanistiche o presunte tali e penso che dietro a tutto ci sarà stato un unicnetto. Magari ben nascosto, magari visto su una metropolitana la mattina, magari ricordo di serate con nonna. Non ne sono sicura ovviamente. Mi piace pensarla così.
 
Ditta Darono 
Serie Trap
(lampada, pouff e portavaso sospeso, visibile sul sito).



Happy knitting!
ciami



Paris is always a good idea

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A poco più di un mese dalla mia partenza sono alla ricerca di angoli di Parigi ancora da esplorare.
 
Se passate di qui e vorrete regalarmi qualcosa di imperdibile da fare lasciatemi un commento.
Mi farete felice!

the used book café (via designboom)

Io per ora mi sto facendo una mappa pinterest di tutto quello che non vorrei perdermi.
Aspetto, leggo, guardo, sogno e sono felice così.

Buon venerdì di luglio.
Happy knitting.
Ciami

Una nuova avventura #2

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Cambiare non è facile.
Essere costretti al cambiamento è ancora più provante, ma è la vita.
E chissà poi che non tutti i mali vengano per nuocere. Forse così era scritto, ed è solo arrivato il momento.
Oppure forse siamo governati dal caos, e al caos bisogna sottostare.

In ogni caso ormai domani sarà già agosto, io sarò in ferie e al resto penso di poterci pensare con calma a settembre, quando inizierà il nuovo anno (passano gli anni e io ragiono sempre a periodi scolastici :).




Passerò l'agosto con D., Silver, una pila di libri da leggere e uno scatolone di lana da sferruzzare.
E poi non ditemi che non sono una ragazza fortunata.

Happy knitting.
Ciami

Strisce strisce strisce.

Volevo solo una cassettiera

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In questo 2015 il mio obiettivo è riprendere piano piano in mano la mia vita, che è crollata, letteralmente, alla fine del 2014.
Niente di grave, sia chiaro. Nessun problema di salute, nessun lutto.
Solo distacchi spaventosi. E il fallimento del mio piccolo grande sogno, che cullavo con amore da quando ero in università, circa dieci undici anni di amore.

Da quando ho iniziato a lavorare come architetto (correva l'anno 2005), l'unica cosa che ho sempre voluto, e non ho mai avuto, in ufficio era una cassettiera. Una di quelle sotto la scrivania, con tre cassetti (due piccoli e uno più grande), dove mettere le grafette, le penne, l'agenda, la cucitrice, i pantoni, le squadre, i biscotti, i sogni, le speranze.

Non so perché ma questo piccolo grande sogno, non si è mai avverato. Nemmeno quando l'ufficio era mio e sarebbe bastato andare all'Ikea per esaudirlo. Ho sempre pensato che prima o poi l'avrei fatto e, come sempre, quel momento alla fine non è mai arrivato.

E quindi eccomi qui, ferma in cerca di una strada da seguire, a promettermi di arrivare a realizzarlo questo sogno. Non è poi nemmeno così difficile. Una cassettiera tutta nuova, tutta mia.
Dove metterci tutti quei sogni che nel frattempo sono cambiati.

Pensate un pochino a me domani, o viandanti che ancora vi ostinate a passare da queste lande quasi abbandonate.
Avrò bisogno di tanta energia positiva.

Happy knitting
Ciami



Lupoulula (knit version)

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Ultimamente pare non riuscirmi nulla, a parte sferruzzare (sono riuscita a bruciare pure i pop corn col microonde, tanto per dire).
E' comico se pensate che da qualche mese a questa parte invece non riuscivo nemmeno a fare quello.
In fondo sto iniziando a migliorare, e direi che va bene, va bene così.

Non ho sferruzzato tanto come ai bei vecchi tempi, ma sono soddisfatta.
Ogni tanto prendo in mano i ferri e mi ricordo il perché ho iniziato, mi ritornano in mente quelle dolci ore nella vecchia casa con un unico pensiero in testa e come compagnia soltanto una teiera di te fumante e della buona musica.
Sembra passato un secolo da allora; forse un secolo è passato davvero.

Ieri D. ha consegnato a suo nipote il regalo di Natale (si, certo. E' febbraio. Ma tanto a 10 mesi, il Nattale è relativo no? E comunque fa più freddo ora ;)), frutto delle mie fatiche di questi mesi (oltre a cercare lavoro, che è un lavoro anche quello sapete?).

Eccululà!




Foxy & Wolfie
by Ekaterina Blanchard



E' stato un lavoro di squadra.
D. mi ha comprato la lana (Big Merinos di Lanar), io ho comprato lo schema e l'ho lavorato, D ha comprato gli occhi, io li ho attaccati, D. mi ha disegnato lo schema delle zampe, e io l'ho lavorato a guantini.
E finalmente eccolo qui in tutto il suo splendore. Sono super soddisfatta dello schema. E' abbastanza semplice da seguire (anche se ho dovuto disfare un paio di volte per un po' di disattenzione mia), ma si imparano un sacco di nuove cose:

German Twisted Cast-on, che ho imparato seguendo questo video di Yards of Yarn (Mici mi manchi!)
Shadows short row grazie a questo tutorial su youtube.
Three Needle Bind Off, sempre grazie ad un tutorial su youtube, questo.
Non posso che dirmi soddisfatta :)

Happy knitting!
Ciami



Please please please

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So for once in my life
Let me get what I want
Lord knows, it would be the first time
(The Smiths, 1984)


Ho un sogno piccolo. Ed è a tanto così. Devo solo allungare una mano, e sperare che vada tutto bene.
Sapendo che ho fatto del mio meglio, che ho dato il massimo e che altro, per ora, non posso fare.
E' arrivato il momento di riposarsi, di rilassarsi, di spegnere il computer e i pensieri, concentrarsi solo sul positivo che c'è e su quello che arriverà. Aprire un libro, farsi coccolare dalle parole. Far sparire il male che c'è stato, dimenticarlo.

Cambiare vita, che vuol dire anche solo, cambiare lo schema in cui mi sono auto-imprigionata.
Pensare per me, anche se a volte fa più male che mettersi in disparte facendo passare tutti gli altri prima. Prendere quello che voglio.

Soprattutto: non vergognarmi del mio piccolo sogno. Non nasconderlo, ma urlarlo a chiare lettere.
A volte sono proprio i sogni piccoli ad essere i più grandi, i più irrealizzabili.

Io voglio una casa e una famiglia mia.
Ecco l'ho detto, e ora posso andare  a sognare positiva.

Happy knitting

Ciami

Una nuova avventura #3

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A trentaquattro ricomincio di nuovo.
Che alla fine non è male, soprattutto quando hai visto che la strada scelta tanti anni fa ti stava portando lontana da quello che invece saresti voluta essere.

Che in dieci anni si cambia e i desideri mutano, e le  necessità non sono più quelle di una volta.
Bisogna essere flessibili, e non parlo solo di mercato del lavoro.
Flessibili ed indulgenti con sè, come lo siamo con quelli che ci circondano e a cui cerchiamo di non far pesare le loro irritazioni e i loro piccoli errori.

La chisura dell'anno scorso è stata di una complicatezza orribile. Ho rinunciato ad una parte dei miei sogni per poterne inseguire un'altra. E' costato molto, in termini economici, in termini umani.
Mi ha fatto male.

Ma ora è finita, e questo è quanto.
Certo, guardarsi indietro è triste.
Ma non è tempo di recriminazioni, perché scegliere si deve e l'importante non è scegliere giusto o sbagliato; l'importante è farlo, e prendersi le proprie responsabilità.
Io ne ho molte, le ho scritte tutte su un foglio, le ho lette a voce alta, una per una per mesi.
Tutti i miei errori, sul tavolo.
Poi mi sono perdonata.

E ora ho il resto della mia vita davanti. Mi aspettano altrettanti errori, e altrettante cose belle.
Ed è questo il bello perché gli errori li trasformo in esperienza, le cose belle le raggruppo in una scatola e diventano tutti fattori positivi da portar con sè.

E nel frattempo ho riniziato a leggere tanto come prima e con gioia. E nel frattempo ho cambiato strada e ho scalato un po' marcia.

L'architettura è e sarà sempre il mio sogno, la mia passione e la mia vita.
Per ora però, mi concedo di fare altro e imparare qualcosa di nuovo, godermi la mia vita ora e qui. Voler bene alle persone che mi sono state vicine, dimenticare tutto il resto.






Ravello

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Ci sono.
Ci sono?
Si, mi pare di esserci.

Tra soli dieci minuti sarò ufficialmente in ferie. Sono cambiate tante cose in quest'ultimo anno che a pensarci ho i brividi.
Tantissime ne ho perse. Qualcuna l'ho pure guadagnata.
Sono riuscita a ripagare un bel po' dei debiti che avevo accumulato durante gli ultimi anni, mi sono fatta (scusate l'accento Oxfordiano), un culo così.

Ma non è di questo che volevo parlare. Magari ne parlerò più avanti, se ne sentirò il bisogno. Ma per ora mi sento ancora male all'idea di quanto è successo.

Per ora vi parlo del fatto che a breve (a Dio piacendo, dato che ogni volta che prendo in mano un ferro mi chiama qualcuno!), riinizierò a sferruzzare e sono emozionatissima.
Ho già la lana pronta per un Ravello (si, si, le cose cambiano ma il tunnel delle strisce è assai lungo).


ravello
by Isabell Kraemer



© bouillesdecoton

Si tratta di una Holst-Gran Coast presa tanto tempo fa (espressamente per questo progetto) che decisamente non vedo l'ora di sferruzzare.
In caso vogliate seguirmi nell'avventura penso che aggiornerò più spesso il mio profilo instagram come _abbysomeone_


A breve sui vostri schermi!

Happy knitting
Ciami

Matilda - Roald Dahl

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Her own small bedroom now became her reading-room and there she would sit and read most afternoons, often with a mug of hot chocolate beside her. [...]
It was pleasant to take a hot drink up to her room and have it beside her as she sat in her silent room reading in the empty house in the afternoons. The books transported her into new worlds and introduced her to amazing people who lived exciting lives. She went to Africa with Ernest Hemingway and to India with Rudyard Kipling. She traveled all over the world while sitting in her little room in an English village.” 

Roald Dahl, Matilda  
Nell'ultimo periodo, causa cambio di lavoro, ho dovuto iniziare a studiare inglese. Mi piace molto farlo. Forse perché io amo l'Inghilterra, forse perché mi piace il suono della lingua. Non lo trovo faticoso.
Mi piace anche perché, ora che leggo abbastanza fluentemente (ma quando parlerò anche così?) posso finalmente avvicinare un po' di libri direttamente in lingua originale, cosa che già facevo con gli autori di lingua spagnola.

Dopo aver provato una Kinsella già letta in italiano: The Undomestic Goodness, e l'ultimo di Agatha Raisin, Agatha Raisin and the day the floods came (Nota di Ciami, per le fan, è già uscito anche in Italiano, col titolo di Agatha Raisin e i giorni del diluvio), sono andata alla ricerca di un libro per bambini e ho subito pensato a Roald Dahl, e alla sua Matilda che tante volte mi ero promessa di leggere e che era sempre passato al secondo posto in coda di lettura.


Ho passato delle ore meravigliose insieme a Matilda e quando sono arrivata alla fine mi è davvero spiaciuto doverla lasciare. Mi sono ritrovata in lei e nella sua voglia di leggere cose nuove e di imparare il mondo, tanto che sarei voluta tornare indietro nel tempo per leggerlo da piccola...
E ho anche imparato un bel po' di frasi idiomatiche e qualche parolina colloquiale in inglese che male non fa.

Se non l'avete ancora lettoo, correte in biblioteca, non aspettate come ho fatto io. Ne vale davvero la pena.


P.s. Mio malgrado non seguo più tanto anobii, e mi sono trasferita su goodreads, in caso vogliate seguire le mie letture (e io voglio senz'altro seguire le vostre), mi trovate qui.


Happy reading
Ciami

Quanto costa?

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Quanto costa rinunciare ai sogni del passato? Prenderli, incartarli, metterli in una scatola da porre nel posto più alto di un armadio?
Quanto costa fermarsi, guardarsi attorno, capire che non è vita quella e fare un passo indietro?

Quanto costa cambiare strada quando già se ne è percorsa un bel pezzo nella direzione sbagliata?

Non sarebbe forse più semplice andare avanti di li, e fingere che vada tutto bene?

L'ho fatto per un pezzo e sì, era davvero più semplice fingere che la realtà non fosse sbagliata per me. Alzarmi senza aver dormito un'ora, lavarmi e iniziare una giornata come se andasse tutto bene mentre il buio che avevo dentro mi riempiva sempre più.

E' un po' come se, a dieci centimetri dalla fine di un maglione, ti accorgi di aver sbagliato un paio di punti all'avvio e sei lì, coi ferri in mano a dire: "no, questa volta davvero faccio finta di nulla".
E lo sai che non puoi.
Che una knitter che si rispetti non fa finta di nulla e una knitter che si rispetti lo è sempre, anche quando non ha i ferri in mano.

E anche io avrei tanto avuto voglia di non alzarmi dal letto e restare a piangere lì. Ma non sono il tipo che si arrende, nè che si piange addosso. Mi sono presa tutti gli insulti, tutte le recriminazioni. Tutte le colpe, tutti i pesi. Mi sono seduta dalla parte del torto e l'ho fatto volentieri, perché avevo davvero bisogno di chiudere.
Sono stata male.
Ci ho messo tanto. Ho sofferto tanto. Ho pianto davvero tanto e ho tirato tutti scemi.

Ho cambiato lavoro,

Sono diventata un'altra.

E ora eccomi qui. Con un lavoro diverso, con una vita diversa. Con sogni diversi.

Ora mi manca solo di riuscire a riprendere in mano i miei adorati ferri e ripartire.

Happy knitting!
Ciami

Dei libri cartacei nella città che va di fretta

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Oggi ho iniziato a leggere Wonder, un romanzo di R.J. Palacio.

Nonostante io sia un ebook reader-addicted lo sto leggendo in formato cartaceo (promemoria per me: non devo prendere il caffè in Feltrinelli la mattina, non devo prendere il caffè in Feltrinelli la mattina...) e oggi, camminando per strada con gli occhi nel libro, ho incontrato una ragazza che mi ha fermato per dirmi quanto le fosse piaciuto.

E niente, io sono stata felice (che lo sapete che sono felice con poco).

Grazie ragazza sconosciuta di Piazza XXV Aprile. Grazie perché in una città in cui tutto corre veloce è davvero bello sapere che c'è ancora gente capace di fermarsi a sorridere e scambiare una parola con una sconosciuta.

Happy knitting.
Ciami

London

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Stamattina, complice il mezzo riposo lavorativo, sono riuscita a finire London, il libro (che dico libro, il tomo!) di  Edward Rutherfurd che narra della nascita e dello sviluppo della città di Londra dal 54 a.C. (si, avete letto bene), al 1997 d.C.

La storia è scritta in forma romanzata e consta di ben 1044 pagine (nell'edizione che ho letto io) che si sviluppano attraverso la storia di un pugno di famiglie lungo i secoli.




Mi piacerebbe dirvi che è un volume da divorare e che va via velocissimo, ma non è così. Perlomeno nelle prime 500 pagine bisogna un po' tenere duro e continuare ad avanzare nella lettura un po' forzatamente. Poi però non ci sarà da pentirsi e le pagine scivoleranno una dietro l'altra.

Ho gustato molto leggere dello sviluppo storico di Londra, città che conosco poco ma che mi è diventata molto cara da quando una mia amica vi si è trasferita. Leggendo mi sono trovata in tanti angolini in cui mi aveva portato lei (il ricostruito teatro di Shakespeare, il V&A Museum, il British...) e per un attimo l'ho sentita ancora vicina come quando viveva a non meno di un chilometro da me.

Aggiunta la lettura su Goodreads, avanti con il prossimo libro. Belgravia di Julian Fellows.

A presto, 
Happy reading,
Ciami




Una nuova avventura #4

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Trentasei anni, otto mesi, quattordici giorni, una manciata di ore. Poche righe scritte nel mio povero inutile blog (ma vi ringrazio per essermi stati vicini comunque).

Una nuova avventura è iniziata un paio di settimane fa.

Una casa nuova, in un posto nuovo tutto da scoprire, un po' più lontana dalla mia piccola famiglia di due persone, un po' più vicina alla mia nuova famiglia acquisita.

Tanto verde, meno grigio. Cielo immenso di tanti colori diversi che vedo direttamente dalla finestra quando davanti alla finestra ero abituata solo a vedere altre finestre.

Tanti scatoloni, quasi tutti pieni di libri, lana e teiere. Ancora tutti da disfare.

Passo dal panico alla felicità più assoluta in pochi istanti. A volte mi sembra che la vita si srotoli davanti a me in tutta la sua pienezza e che io non abbia che da raccogliere i frutti che mi dona. A volte sono così stanca da non vedere nient'altro che le lacrime.

A volte mi sento sola, a volte vorrei stare più sola.

Però in tutti i momenti di crisi torno qui, come se fosse una casa accogliente, una cuccia calda, una morbida coperta per rileggere i ricordi di tante vite fa, quando iniziavo altre avventure, tipo questa, questa e questa.

E quindi eccomi qui, sperando di poter scrivere di più, sperando di riuscire a trovare i miei nuovi ritmi, e godendomi l'autunno che, come sapete, è la mia stagione preferita.

Happy Knitting,
Ciami


Neve

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Una delle cose belle di vivere in campagna è che la neve è più bella che in città. Avrei tanto voluto farmi una tazza di te, sedermi vicino alla finestra e guardare il cielo.

E non importa se poi è stato tutto un macchinatrenometrolavoropensieri. Per un breve momento di questa mattina, tutto mi è sembrato leggero.

Happy knitting
Ciami

Ritrovarsi qui

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Ritrovarsi qui.

Come sempre, come quando le cose andavano bene ed era qui che le raccontavo.

Come sempre quando le cose andavano male, e sempre qui, venivo a piangere le mie miserie. 

Come quando sbagliavo un punto, un migliaio di cose in un progetto, come quando mi sono struccata con le salviette di Mastro Lindo, come quando ho cambiato casa e poi ancora casa, come quando ho incontrato l'amore della mia vita a quattro zampe (sempre più anziano e sempre più bello) e poco dopo il bipede che tuttora convive con me e che amo alla follia.

Qui è casa, ed è qui che voglio tornare sempre.

Anche ora che sono al lavoro e attendo una notizia. Che probabilmente non sarà quella che mi piace, ma non importa. Anche ora che ho gli occhi umidi e la speranza sotto ai piedi (ma sempre presente!!) In fondo tutte le esperienze, anche quelle negative, portano ad un risultato, no?
Il sapersi adattare. La resilienza. Lo scoprire che il mondo non gira intorno ad una Ciami qualsiasi. Che fa un po' quel che vuole, che io lo desideri oppure no.

Ma non è forse questo il bello? Sapere che per quanto ci si possa dannare nella vita non siamo che un puntolino nell'universo? Che comunque un vecchio blog su blogspot sarà sempre lì ad aspettarti come un vecchio amico con un maglione profumato per abbracciarti e dirti che tutto passa?

La maglia, il mio blog, voi, mi mancate da morire. 

Ciami

Cazalet Chronicles

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Ormai lo sapete, io amo i libri inglesi o che parlano dell'Inghilterra.
Dopo essere rimasta orfana della serie tv Downton Abbey (se non l'avete vista, vi siete persi una meravigliosa Maggie Smith!), dopo aver letto i libri di Julian Fellowes, non potevo non iniziare quest'avventura (complice una certa amica di libri, ciao!).

L'albero genealogico è un po' complicato quindi, soprattutto per il primo libro (sono cinque in totale, io ne ho letti quattro), sarà necessario consultarlo di quando in quando.

In breve vi affezionerete così tanto ai personaggi che non ne avrete più bisogno.

Vi dico la verità. Mi sono fermata perché un po' mi scoccia leggere l'ultimo e lasciare tutti i personaggi. Elizabeth Jane Howard, ha fatto un lavoro meraviglioso tracciando i loro caratteri.

All'inizio della saga ci sono il Generale e la Duchessa, i loro tre figli maschi con le relative mogli, la loro figlia femmina, nubile e la sua grande amica, tutti i nipoti e i domestici. Siamo nel 1937, alle porte della seconda guerra mondiale, che cambierà tutto... Mi piacerebbe raccontare tanto altro, ma immagino che qualcuno tra voi (se ancora leggete qualche pagina di questo inutile vecchio e trasandato blog) avrà voglia di leggere senza spoiler, quindi eviterò.

So che la BBC rilasciò una serie televisiva  nel 2001 basata su questi romanzi (se vi interessa la trovate in streaming su dailymotion), e che i produttori di Downton Abbey hanno acquisito i diritti per produrne un'altra nel prossimo futuro, speriamo!



Io a breve (ora sto leggendo un giallo estivo leggero e ambientato in una zona che ben conosco) penso inizierò anche il quinto volume: Tutto cambia

In caso vogliate iniziare anche voi ecco qui i dettagli del primo libro


Gli anni della leggerezza.
La saga dei Cazalet. Vol. 1

Elizabeth Jane Howard
Traduttore: M. Francescon
Editore: Fazi
Collana: Le strade



Voi che state leggendo?

Happy reading

Ciami

Soddisfazione istantanea

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Leggere un post del lontano 2009 (e cioè di quando ero una bambina :)) e constatare con estrema felicità che le tre cose che desideravo immensamente allora, le ho raggiunte in nemmeno dieci anni!

Erano queste:

3 cose che desideri intensamente

1. Vivere senza preoccupazioni di pignoramenti e fallimenti economici la mia vita.

Fatto, non navigo certo nell'oro; ma per ora, quella parte, è sistemata.

2. Creare una mia famiglia.

Fatto, sperando si ingrandisca presto, per ora mi godo la mia piccola famiglia di due e la mia grande famiglia allargata.

3. Vedere il Giappone.

Fatto, ho visitato Tokio nel giugno 2016 e spero di tornarci presto.


Intanto per la rubrica: "la vita in campagna" ieri dalla finestra della cucina era così: per la prima volta nella mia vita, ho visto un arcobaleno tutto intero, in fondo non dicevamo che basta poco per essere felici?


Happy knitting!
Ciami
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